lunedì 16 giugno 2025

Guardie giurate il passaggio dal 5° al 4° livello

Il passaggio della guardia giurata dal livello 5 al livello 4, secondo il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) della Vigilanza Privata e Servizi Fiduciari, avviene automaticamente dopo 18 mesi di permanenza nel livello 5. Questo passaggio decorre dal primo giorno del mese successivo al compimento del diciottesimo mese nel livello inferiore. Dettagli:

    

Il periodo di permanenza nel livello 5 per il passaggio al livello 4 è di 18 mesi, non più 24 come in precedenza. 

              decorrenza

Il passaggio avviene dal primo giorno del mese successivo a quello in cui si compiono i 18 mesi nel livello 5. 

                 CCNL:

Questo cambiamento è previsto dal rinnovo del CCNL del settore, entrato in vigore nel 2023. 

             obbiettivo:

La riduzione del periodo di permanenza nei livelli mira a velocizzare le progressioni di carriera per le guardie giurate. 

                  livello F (ora eliminato):

Dal 1° giugno 2023, il livello F è stato eliminato e il nuovo livello di ingresso è il livello E, con un periodo di permanenza di 18 mesi, seguito dal passaggio al livello D. 

           aggiornamenti:

Il passaggio di livello comporta anche un aumento della retribuzione, con un adeguamento degli stipendi, In particolare, nel 2023 sono stati erogati 140 euro di aumento e nel 2024 altri 110 euro,  

In sintesi, il passaggio di livello da 5 a 4 per le guardie giurate è un processo automatico e più rapido, grazie alla riduzione del periodo di permanenza nel livello 5 a 18 mesi, e porta con sé un aumento della retribuzione. 

·        Settore vigilanza privata e servizi fiduciari

 

·        Contratto vigilanza privata: nuovi aumenti e quatto

FIRENZE: Sciopero guardie giurate in Toscana per integrativi provinciali Ieri per due ore, sindacati 'alta adesione, avviare tavolo.


FIRENZE, 14 giugno 2025 - Sciopero ieri di due ore delle guardie giurate e degli addetti ai servizi di sicurezza che operano in Toscana per i contratti integrativi provinciali fermi da decenni. Lo sciopero, si spiega in una nota, ha interessato la terza e la quarta ora di ogni turno di lavoro. A proclamare la protesta Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Toscana. Lo stop ha riguardato tutti i lavoratori del settore, ad eccezione degli addetti ai servizi aeroportuali e delle guardie giurate della Btv. Vista l'alta adesione, soprattutto in alcune grandi aziende del settore, i sindacati stanno già valutando di proclamare una seconda azione di mobilitazione in mancanza dell'avvio di un tavolo di confronto che porti ad un contratto integrativo regionale. 

Fonte ANSA 14/06/2025

 

  • giovedì 2 gennaio 2025

    MILANO: Caporalato: salario minimo per sentenza, così la Procura di Milano ha alzato gli stipendi.

    Milano, 29 dic. (LaPresse) - Dagli opifici clandestini cinesi di Armani e Dior, dove le borse escono al costo di 53 euro e vengono rivendute a 2.600, fino ai driver di Brt-Bartolini sottoposti a “orari e ritmi di lavoro estenuanti”. Passando per i vigilantes della metropolitana di Milano con stipendi “sotto la soglia di povertà”: 950 euro lordi al mese per 173 ore su turni notturni da 11 ore. Per Corte d’appello di Milano e Corte di Cassazione sono cifre in violazione dell’articolo 36 della Costituzione. Non “garantiscono un’esistenza libera e dignitosa”. Così, se il salario minimo non arriva per legge, arriva per sentenza. Mentre in Parlamento si discute invano da anni di proposte sulla paga minima oraria, come in 21 Paesi Ue, che contrastino il fenomeno della ‘in-work poverty’ andando a coprire i 4.578.535 di lavoratori che in Italia guadagnano meno di 9 euro lordi l’ora (di cui oltre 1,5 mln di under 35), il ‘primato della politica’ si arrende a quello delle aule di tribunale. La mappa di un ‘nuovo’ caporalato emerge dagli incartamenti di decine di cause civili e inchieste giudiziarie. Nell’ultimo quinquennio colossi della logistica (Dhl, Gls, Uber, Brt, Geodis, Ups, Amazon), della grande distribuzione (Esselunga, Lidl, Carrefour), istituti di vigilanza (Sicuratalia, Mondialpol, Cosmopol) e rami manifatturieri dei brand di moda (Giorgio Armani Operations, Manufactures Dior, Alviero Martini spa) sono stati raggiunti da sequestri preventivi per mezzo miliardo di euro o decreti di amministrazione giudiziaria con accuse mosse dalla Procura di Milano di intermediazione illecita, sfruttamento del lavoro, frodi fiscali per ‘schermare’ gli appalti di manodopera, spesso straniera e migrante. C'è voluta la Cassazione, a fine dell’anno passato, per stabilire che lo stipendio da 5,3 euro lordi l’ora delle guardie giurate in appalto per l'Azienda dei Trasporti Milanesi è incostituzionale e contrario alla “dignità della persona” nonostante fosse conforme alla paga “stabilita dal contratto collettivo” dei servizi fiduciari. “Nella Costituzione c'è un limite oltre il quale non si può scendere” che va imposto “dall’esterno” hanno scritto i giudici della Suprema Corte sezione lavoro (collegio Raimondi-Piergiovanni-Riverso-Panariello-Cinque), stigmatizzando il “dumping” e obbligando le aziende a risarcire i dipendenti, pur sottolineando la “prudenza” con cui approcciare la “materia retributiva”. Meno prudenti i diretti interessati. “Bisognava arrestare i sindacalisti che hanno firmato”, tuona con LaPresse uno dei vigilantes che ogni giorno, divisa indosso e pistola nella fondina, controlla i varchi di accesso al palazzo di giustizia di Milano. Nella raffica di inchieste per sfruttamento che hanno terremotato il settore ci è finita anche la sua società: la All System, fornitrice di Procura generale di Milano, Leonardo, Enel, Grandi Stazioni, Iren, Inps, Zecca dello Stato, Eni e Università Cattolica. Come si operava all’interno lo hanno raccontato i lavoratori ai militari del Nucleo di polizia economico finanziaria. Doppi turni da “8 ore” imposti a persone che “a causa” del “bisogno” sono “costrette ad accettare”. “Sono dovuta rimanere a casa per gravidanza a rischio - dice una donna - Dopo il parto non sono più potuta rientrare”. Sette giorni sono bastati alla All System per presentarsi in Procura a Milano e annunciare un piano di aumenti salariali del 38% in cambio della revoca del controllo dei magistrati. “Politica giudiziaria”, l’ha definita in un convegno il pm Paolo Storari, titolare di numerosi fascicoli. Fra avvocati delle aziende, che in privato parlano di ‘estorsione’ da parte dei magistrati, e osservatori più di qualcuno storce il naso. “Sono i pm a rinnovare i contratti e a stabilire le tabelle salariali adeguate?”, si è chiesto polemicamente l’ex sindacalista Giuliano Cazzola, già dirigente del Ministero del Lavoro ed ex parlamentare. Per l’economista ed ex presidente Inps, Tito Boeri, “non può essere la magistratura ad affrontare questo problema perché interviene a macchia di leopardo” con conseguenze “distorsive” sul mercato. Sono “milioni i lavoratori, dal commercio al turismo” scivolati “nella povertà”, ribatte Emanuele Ferretti della Filcams-Cgil. C'è il rischio di “dover scomodare il diritto penale come mai era accaduto prima”.Nel ribaltamento apparente di ruoli fra legislatore, magistratura, sindacati e imprese, sono state le pronunce dei giudici a spianare la strada al rinnovo del Ccnl vigilanza nel 2024, dopo 10 anni di stallo: aumenti fino a 350 euro mensili per una platea superiore ai 100mila addetti. Sempre le inchieste hanno aperto il vaso di Pandora sulla logistica: Dhl che, dopo un sequestro multimilionario, si mette al riparo con un oneroso “piano B” per assumere direttamente 1.500 lavoratori esternalizzati. Gli svizzeri di Ups che pagano 86 milioni di euro per una presunta frode fiscale sulla somministrazione di 30.625 dipendenti, piuttosto che chiarire il dubbio sorto agli inquirenti di chi siano i lavoratori esterni, se il “controllo a distanza” su “ritmi”, “turni”, “spostamenti di merce” sia diretto da un “software” senza “mediazione umana”. L’ultimo filone in ordine cronologico riguarda gli appalti della moda, ancora in fase di approfondimento. I carabinieri del Nucleo ispettorato lavoro monitorano laboratori clandestini in Brianza e nel milanese che producono pelletteria e accessori per le big del lusso. All’interno trovano dormitori abusivi, igiene e standard salariali “sotto minimo etico”, frodi fiscali-contributive e dispositivi di sicurezza manomessi. A pagare con la vita il 25 maggio 2023 è un 26enne del Bangladesh, Abdul Rahman. Muore schiacciato da una macchina per tagliare la pelle al suo “primo giorno di lavoro in nero” dopo “20 minuti”. Sono 3 le aziende - Armani, Dior, Alviero Martini spa - finite in amministrazione giudiziaria perché ritenute incapaci “di prevenire e arginare fenomeni di sfruttamento lavorativo nell’ambito del ciclo produttivo”. Almeno 13 i brand del lusso e del fast fashion sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti: da Versace a Zara, da Diesel a Gucci. La moda ‘etica’ si farà per sentenza? Fonte LaPresse 29 DIC 24